Si posso usare i farmaci scaduti? E che effetti hanno? Tutto quello che i farmacisti non ti dicono

Avrai notato anche tu che, entrando in farmacia, c’è sempre un’aria di rassicurazione: confezioni colorate, consigli rapidi, frasi che sembrano non lasciare spazio a dubbi. Eppure una domanda aleggia da sempre: si possono usare i farmaci scaduti?

Quello che colpisce è come l’argomento venga spesso liquidato con un “no, non si fa” senza entrare nei dettagli. I farmacisti, per ragioni comprensibili, non raccontano tutto. Non è solo una questione di regole: dietro ci sono interessi, ma anche il bisogno di semplificare. Così a noi resta la sensazione che ci sia qualcosa di non detto.

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Si posso usare i farmaci scaduti? E che effetti hanno? Tutto quello che i farmacisti non ti dicono (Liquida.it)

Per esempio: davvero tutti i medicinali diventano pericolosi appena passa la data stampata sulla scatola? Oppure alcuni restano efficaci, solo che non ce lo dicono? E cosa cambia tra una compressa di tachipirina e un collirio aperto da qualche settimana?

La verità è che il discorso è molto più sfaccettato di quanto sembri. La data di scadenza non è un numero messo a caso, ma non significa nemmeno che a mezzanotte quel medicinale diventa tossico. È qui che si apre un mondo poco raccontato, che vale la pena esplorare.

Se sei curioso di sapere davvero cosa accade ai farmaci dopo la scadenza, e perché a volte la risposta non è così netta, continua a leggere: qui arrivano gli spoiler che spesso restano dietro il bancone della farmacia.

Ecco cosa succede davvero ai farmaci scaduti

La scadenza dei farmaci indica la data fino alla quale il produttore garantisce sicurezza, stabilità ed efficacia del principio attivo. Non è un dettaglio burocratico, ma il risultato di test in laboratorio che valutano per quanto tempo il farmaco conserva le sue proprietà.

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Ecco cosa succede davvero ai farmaci scaduti (Liquida.it)

Dopo quella data, i rischi cambiano a seconda del tipo di medicinale:

  • Compresse e capsule secche: di solito non diventano pericolose subito, ma la loro efficacia diminuisce progressivamente. Prendere una compressa scaduta potrebbe semplicemente non funzionare.

  • Antibiotici in sospensione o sciroppi: questi sono più delicati. Una volta aperti, degradano in fretta e possono sviluppare sostanze dannose. Qui la scadenza va rispettata senza esitazioni.

  • Colliri e pomate oftalmiche: sono tra i più rischiosi. Dopo la scadenza o pochi giorni dall’apertura, possono diventare terreno fertile per batteri, con conseguenze serie sugli occhi.

  • Farmaci iniettabili: assolutamente da non utilizzare. Basta una minima alterazione per renderli pericolosi.

C’è anche la questione della conservazione: un medicinale tenuto al caldo in auto o in un bagno umido potrebbe perdere efficacia molto prima della data indicata. Ecco perché le istruzioni su temperatura e umidità contano tanto quanto la scadenza.

Gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità sottolineano che usare un farmaco scaduto, oltre a essere inefficace, può rallentare le cure. Se un antibiotico non funziona, l’infezione peggiora; se un antipiretico perde forza, la febbre resta alta. Non sempre quindi il problema è la tossicità: spesso è l’inefficacia che ci espone a rischi.

E allora? La regola resta quella di non usare farmaci oltre la data riportata. Ma la prossima volta che ti capita di trovare una scatola scaduta in fondo al cassetto, saprai che dietro a quel numero c’è una storia di test, controlli e scelte fatte per la tua sicurezza. Ti sei mai chiesto quanto siamo disposti a fidarci di una semplice data stampata su una confezione?

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