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Periodo di prova al lavoro, tutto quello che devi sapere e che nessuno ti dice

Se hai trovato un nuovo impiego e stai per iniziare un periodo di prova al lavoro è bene sapere come dovrebbe funzionare davvero.

Ci sono delle regole che devono essere obbligatoriamente rispettate dal datore di lavoro, che ha diritto ad assumere provvisoriamente un dipendente per testarne capacità e attitudini.

come si deve svolgere il periodo di prova
come funziona davvero il periodo di prova Liquida.it

Se stai per iniziare un periodo di prova al lavoro o hai fatto un colloquio e ti hanno detto di cominciare a lavorare provvisoriamente così devi sapere assolutamente alcune cose prima di accettare.

Periodo di prova al lavoro, come funziona davvero

Prima di assumere un dipendente con un contratto di lavoro a tempo indeterminato il lavoratore ha, secondo la legge italiana vigente, il diritto di sottoporre il lavoratore a un periodo di prova, utile a testarne le effettive capacità lavorative, che è disciplinato secondo regole precise. Queste sono state sancite dal legislatore attraverso il Decreto legislativo 27 giugno 2022 numero 104 recante “Attuazione della direttiva (UE) 2019/1152 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 giugno 2019, relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili nell’Unione europea”.

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come funziona e a cosa serve il periodo di prova Liquida.it

Questo decreto detto anche in breve Decreto Trasparenza, all’articolo 7 chiarisce l’istituto del periodo di prova, che era già già disciplinato dall’articolo 2096 del Codice civile. A questo punto cerchiamo di capire come funziona esattamente prima di accettare, o di proporre a un candidato, un periodo di prova al lavoro.

Che cosa devi sapere prima di cominciare

Il periodo di prova si trasforma in un contratto di lavoro vero e proprio se allo scadere della sua validità nessuna delle due parti esprime la volontà di recedere dal contratto. Questo accade perché il periodo di prova decade automaticamente dopo sei mesi, se il lavoratore non svolge un ruolo direttivo, e dopo tre mesi se invece svolge una mansione di livello dirigenziale.

Oltre a questo aspetto fondamentale è bene che sia il datore di lavoro sia il lavoratore tengano bene a mente questi aspetti:

  • Può essere essere ridotto o prolungato, ma secondo condizioni in accordo con il contratto collettivo nazionale del lavoro a cui la posizione del lavoratore appartiene.
  • Può essere terminato senza preavviso e senza la necessità di una giusta causa, a differenza del contratto di lavoro vero e proprio

Va da sé che tale periodo è uno strumento, sancito esplicitamente e per iscritto nel contratto di lavoro, che  deve risultare utile sia al datore di lavoro e sia al dipendente.

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