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La verità dietro lo scandalo dell’abito da sposa di Kate Middleton: ‘Chieste 500mila sterline di danni’

Il bellissimo abito da sposa indossato da Kate Middleton il giorno del suo matrimonio in realtà all’epoca fece scandalo.

Anche se magari non siete fan accaniti dei Windsor e di tutta la famiglia reale, tanto da aver guardato in diretta il giorno del matrimonio dell’erede al trono del Regno Unito, tutti abbiamo in mente le nozze di William e Kate.

Kate Middleton
Matrimonio Kate e William – (Fonte ANSA) – Liquida.it

Sia prima che dopo il matrimonio, infatti, non si è parlato per giorni d’altro. Anzi, per l’occasione è diventata all’improvviso famosa la sorella della principessa del Galles Pippa per i motivi che conosciamo tutti più che bene. Insomma, non si può dire non sia stata una bella cerimonia curata e organizzata nei minimi dettagli. E così, ormai dopo 10 anni, le nozze di William e Kate continuano a far sognare chi spera di poter vivere un giorno da favola, speciale e a tratti fiabesco.

Kate, infatti, era davvero uno splendore con l’abito realizzato apposta per lei da Sarah Burton per Alexander McQueen, ovvero uno delle maison di moda più amate dalla principessa, tant’è che per gli ultimi BAFTA, insieme agli orecchini a grappoli di metallo di Zara, Kate ha scelto proprio una loro creazione. Tuttavia, nessuno sa che quell’abito così tenero e candido in realtà ha destato scandalo.

L’abito da sposa di Kate Middleton è stato copiato?

Per il suo matrimonio, la Middleton ha indossato un abito dal taglio anni ’50 con decori e bustino in pizzo e maniche lunghe che ricordava molto l’abito da sposa di Grace Kelly. Insomma, una rivisitazione di un grande classico in chiave moderna. O forse no. Christine Kendall, una sarta inglese, non ha dubbi sul fatto che il vestito realizzato da Sarah Burton fosse stato copiato da alcuni suoi bozzetti inviati a Kate Middleton.

primo piano Kate
L’abito di Kate, un plagio – (Fonte ANSA) – Liquida.it

Stando alla versione della stilista, prima del matrimonio, Christine Kendall avrebbe inviato a Clarence House alcuni schizzi che aveva preparato appositamente per Kate. E per l’occasione, aveva puntato proprio su un look anni 50 con un’ampia gonna a trapezio e una lavorazione di pizzo sul retro, proprio come l’abito che poi la principessa ha indossato.

A conferma della sua tesi, la Kendall possiede una lettera inviata da un funzionario di palazzo. Nella lettera la stessa Kate ringrazia la stilista per i bozzetti. Ma non solo. La principessa l’avrebbe certamente ricontattata nel caso in cui avesse voluto vedere altri disegni, cosa mai avvenuta. Così, quando il 29 aprile 2011 la stilista ha visto Kate dirigersi verso l’altare con una sua “creazione rubata”, ha deciso di fare causa alla maison Alexander McQueen.

Christine, infatti, era certa che senza il suo contributo, l’abito da sposa di Kate non sarebbe mai stato lo stesso. Incaricata l’avvocata Humna Nadim per l’avvio di un procedimento giudiziario per violazione di copyright all’Intellectual Property Enterprise Court nei confronti di Alexander McQueen, la stilista ha chiesto fino a 500mila sterline per danni arrecati e mancati profitti.

Insomma, si sarebbe trattato di plagio a tutti gli effetti da parte di Sarah Burton. Tuttavia, come riportato da ‘Vanity Fair’, il procedimento giudiziario non ha mai riguardato Kate. “Il reclamo non è contro la duchessa e non c’è alcuna accusa di illecito contro il palazzo“, disse all’epoca la legale. Ed effettivamente, Kensington Palace si affrettò a contraddire il contenuto della missiva del 2011, sollevando la principessa da qualsiasi responsabilità dato che non aveva mai visto i disegni di Christine Kendall.

Esito di uno scandalo mancato

Siamo assolutamente sconcertati da questo procedimento legale” ha dichiarato in un comunicato stampa la casa di moda Alexander McQueen rigettando così tutte le accuse. Anche perché, già prima Christine Kendall si era rivolta alla maison per far valere i suoi diritti. “Sarah Burton non ha mai visto nessun progetto o disegno della signora Kendall prima che la stesse si mettesse in contatto con noi, circa 13 mesi dopo il matrimonio” si poteva leggere ancora nel comunicato che bollava come ridicola l’azione legale della stilista.

Del procedimento, però, non se n’è saputo più nulla. Non è chiaro quindi se Christine abbia vinto o meno la sua battaglia, anche perché è poco attiva sui social. Al momento lavora come stilista e sarta freelance, ma pare aver chiuso per sempre con gli abiti da sposa couture. O perlomeno, non destano più lo stesso scandalo.

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