Se hai l’abitudine di mangiare cibi bruciati smetti subito di farlo: le conseguenze sulla tua salute possono essere disastrose.
Mangiare cibi troppo cotti o addirittura bruciati può sembrare un’abitudine innocua, ma in realtà comporta una serie di rischi per la salute sia a breve che a lungo termine.
Un cibo può essere definito bruciato quando si superano nettamente i tempi di cottura previsti e quando il suo colore si scurisce iniziando a diventare marrone e poi praticamente nero. Oltre ad avere un sapore terribile, i cibi bruciati danneggiano gravemente la salute per via di alcune sostanze che derivano dal loro essere carbonizzati.
Eccedere con la cottura degli alimenti, innanzitutto, altera pesantemente il loro sapore e la loro consistenza, rendendoli difficili da digerire e ancora di più da masticare. Quando i cibi sono eccessivamente duri e asciutti, lo stomaco deve produrre maggiori quantità di succhi gastrici per rompere le fibre e trasformarli in una fonte di nutrimento assimilabile e ciò può portare a nausea, gonfiore e sensazione di pesantezza addominale.
I cibi bruciati inoltre contengono grandi quantità di tossine come l’acrilammide e le ammine eterocicliche che, una volta ingerite, possono irritare la mucosa intestinale causando diarrea, vomito e dolori addominali. Anche la concentrazione di amidi resistenti aumenta con la cottura prolungata, favorendo la crescita eccessiva di batteri nell’intestino. E questo solo per quanto riguarda gli effetti si possono riscontrare entra un paio di ore.
A lungo termine, invece, il consumo abituale di alimenti troppo cotti aumenta sensibilmente il rischio di diabete, obesità e malattie cardiovascolari. È stato dimostrato infatti che una cottura eccessiva elimina buona parte delle fibre, dei minerali e delle vitamine presenti negli alimenti crudi, favorendo picchi glicemici e assunzione di calorie “vuote”. In particolare, le alte temperature distruggono la maggior parte degli acidi grassi polinsaturi benefici contenuti nei grassi animali e nei cereali.
Tutti questi fattori portano a un aumento del colesterolo LDL “cattivo” nel sangue, correlato a un più elevato rischio di infarto e ictus. Inoltre, la formazione di nuovi composti potenzialmente cancerogeni espone a un rischio maggiore di tumori al colon-retto, allo stomaco e al pancreas.
Per poter evitare di riscontrare queste problematiche nel futuro, l’unica soluzione è quella di cuocere i cibi a una temperatura adatta, che non superi i 180° C, oppure optare per altri tipi di cotture come quella al vapore o il bollito. In questo modo non si incorrerà assolutamente nel rischio che si sviluppino quelle sostanze potenzialmente tossiche.
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