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Tumore al seno al quarto stadio, guarisce con un trattamento rivoluzionario: “Tre anni di vita”

Guarire completamente da un tumore al seno arrivato al quarto stadio di gravità: a un passo da una metastasi che rischiava di non lasciarle scampo.

Ecco la storia incredibile di una donna d’Oltre Oceano a cui i medici avevano tolto tutte le speranze, infliggendole inesorabilmente la pugnalata alle spalle di un massimo di tre anni di vita.

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Tumore grave al seno, guarisce (Liquida.it)

Quando Judy Perkins ha ricevuto la maledetta diagnosi di carcinoma mammario metastatico al quarto stadio di evoluzione, si è sentita sconfitta, finita per sempre, aveva perso qualsiasi speranza e soprattutto si affievoliva in lei la forza di lottare, quella che l’aveva sempre contraddistinta dall’inizio, dall’arrivo “dell’ospite inatteso”.

“Avevo ricevuto praticamente una condanna a morte”, dice ora la donna alla stampa di tutto il mondo, dopo essere diventata testimonial e sostenitrice in prima persona della prevenzione contro il cancro al seno. “Pensavo di conoscere tutti i trattamenti possibili, le avevo provate davvero tutte, ma in realtà, almeno all’apparenza, per me, non c’erano più terapie possibili da adottare per sperare di sconfiggere il male”.

Le avevano diagnosticato tre anni di vita per un cancro al seno al quarto stadio, oggi è guarita

È stata la diagnosi di Judy che l’ha portata a diventare attiva nella National Breast Cancer Coalition e a difendere altri malati di cancro al seno, come lei.

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Tumore al seno in stadio avanzato (Liquida.it)

Nel luglio 2015, la donna ha seguito un corso speciale, progettato per portare i sostenitori del cancro al seno al passo con l’informazione scientifica più aggiornata, e consentire loro di divulgare, ad altri, le nuove terapie di approccio alla malattia, allo scopo di fornire nuove speranze alle tante donne che le hanno perse e che ancora oggi stanno combattendo. Ma soprattutto per non rendere vano il sacrificio delle tante che non ce l’hanno fatta.

Come è possibile, vi chiederete a questo punto, che una donna praticamente condannata, al quarto stadio di un cancro così aggressivo, sia guarita e oggi può aspirare a condurre una vita normale?

La straordinaria terapia sperimentale che ha guarito Judy dal cancro

Tutto merito della sperimentazione portata avanti dal “pionieristico” gruppo di ricerca della Dottoressa Goff, nel Maryland. Per curare Judy, la dottoressa Goff ei suoi ricercatori hanno sequenziato (o studiato la struttura) di DNA e RNA in uno dei suoi tumori al seno cancerosi e nel contempo hanno cercato nel suo tessuto sano cellule in grado di fronteggiare la malattia. Volevano vederci chiaro in merito a quali mutazioni erano così uniche per arrivare a generare un cancro all’apparenza così invincibile.

Le procedure si sono svolte presso l’ospedale NIH Clinical Center di Bethesda. I ricercatori hanno testato diverse cellule che, nella parte sana del corpo di un soggetto, prendono di mira specificamente le mutazioni del tumore per vedere se potevano ridurre l’entità del cancro. Quindi hanno rimesso quelle cellule antitumorali nel corpo di Judy.

Sconfiggere il tumore con la forza del proprio sistema immunitario

Quindi, come parte del trattamento immunoterapico, Judy è stata sottoposta ad una chemioterapia più intensa e le è stata inserita una porta simile a un catetere nel suo corpo per infondere le cellule antitumorali.

In parole povere, l’equipe di medici, ha selezionato e usato i linfociti (globuli bianchi) che erano nel corpo di Judy – i guerrieri del suo sistema immunitario – che circolano costantemente in tutto il suo corpo, per fronteggiare la malattia. In particolare si trattava di individuare e usare quel piccolo numero di linfociti che riconoscevano le mutazioni nei suoi tumori cancerosi. Non è stato fatto altro che aumentare il numero di quelle cellule per trattare Judy e migliorare la sua condizione disperata.

Una tecnica straordinaria, unica, che potrebbe consentire a tanti pazienti di cancro al seno, in uno stadio così avanzato, di guarire proprio attraverso le difese immunitarie di cui dispongono.

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