Hai mai sentito parlare di pediofobia? Non è ovviamente piacevole, essendo una condizione che può gravare fortemente alla psiche
La pediofobia come da titolo non ha nulla a che vedere i piedi. Per quanto le due parole si possano somigliare, l’una con l’altra risultano totalmente agli antipodi. Per definizione è la paura delle bambole, e si tratta di una delle fobie più particolari in assoluto. Ne soffrono tantissime persone, principalmente dall’età infantile. Ed essendo una paura ben radicata in ogni individuo che la presenta, ovviamente soffrirne non potrà mai essere piacevole.
Ciò che incute timore è principalmente il loro movimento, così come il loro sguardo e la conseguente paura di essere osservati anche quando ovviamente non è così. Una risposta esaustiva e completa in tal senso è molto difficile da trovare, ma in genere queste paure sono solitamente legate a dei traumi. Magari per via di un episodio accaduto durante l’età infantile, oppure per via di una scena vissuta con particolare paura.
Quello che cattura l’attenzione di coloro che hanno paura delle bambole, è principalmente il fatto che gran parte di esse abbiano sembianze umane. Questo fa sì che il terrore assuma una forma associativa, rendendolo così totalmente verosimile rispetto a quella che è la realtà dei fatti a cui si è sempre stati abituati. Fastidio, ansia e iperventilazione sono solamente tre dei sintomi più comuni quando questa fobia si manifesta nella sua piena forma. E ovviamente non sono sintomi piacevoli con i quali avere a che fare.
Fortunatamente esistono dei rimedi. La scienza ha (quasi) sempre la risposta pronta, davanti a traumi e paure. E questo è un concetto valido dai primi tempi della psicologia, da quando Freud decise di ricorrere all’ipnosi per assolvere certi traumi. Oggi le cose sono ovviamente cambiate, si sono evolute. Ma il principio rimane identico.
A puro scopo informativo e non prescrittivo, la pediofobia si può curare in molti modi. Quella più diffusa è la terapia cognitivo-comportamentale, duratura ma molto efficace per quanto concerne i risultati riscontrabili nel lungo periodo.
Un altro metodo meno “sponsorizzato” ma altrettanto efficace è la terapia espositiva, che è volta sostanzialmente a far maturare nel paziente l’abitudine alla presenza delle bambole, facendo sì che ciò non diventi più un motivo di paura e angoscia, ma semplicemente una situazione agiata e ordinaria. Sicuramente molto più drastica, ma non meno efficace di quella citata in precedenza.
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