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Pensione, quanto prenderà mensilmente chi è nato negli anni ’90 | Meglio saperlo ora

A quanto ammonterà la pensione di un lavoratore nato negli anni ’90? Proviamo a calcolarlo considerando la differenza tra contributivo e retributivo.

Sappiamo bene che il sistema pensionistico è cambiato notevolmente nel corso degli ultimi decenni. E sappiamo anche che molto continuerà a cambiare nei prossimi anni, quando il sistema di calcolo per definire le pensioni diventerà contributivo per tutti gli aventi diritto mentre oggi è di tipo misto, ovvero basato sia sulle contribuzioni sia sulle retribuzioni.

Simulazione della pensione di un trentenne di oggi
Tra qualche anno il sistema pensionistico passerà al contributivo puro: ecco cosa ambia – Liquida.it

E se grazie al calcolo retributivo ancora in essere l’ammontare degli assegni pensionistici raggiunge livelli paragonabili al passato in termini di rendita, le previsioni riguardo ai lavoratori che beneficeranno del contributivo puro sono assai diverse: avere una pensione come quella dei propri genitori o nonni non sarà così semplice.

Qual è quindi la previsione su quanto prenderà di pensione un lavoratore nato negli anni ’90? Nel caso di un lavoratore che abbia mantenuto nel tempo una carriera professionale continuativa, il calcolo risulta abbastanza semplice da effettuare. Se però la continuità non vi è stata, è possibile considerare solo una stima approssimata che tenga conto ad esempio dei periodi di disoccupazione, di contratti e inquadramenti differenti e le varie gestioni pensionistiche a cui il lavoratore è stato sottoposto. Proviamo a farci un’idea.

Il tasso di sostituzione e l’età di pensione per i nati negli anni ’90

Partiamo da un dato: il tasso di sostituzione sta diminuendo. Oggi chi va in pensione ottiene tra il 65 ed il 70% della media delle ultime retribuzioni attraverso il calcolo misto. In circa dieci anni da ora, invece, la previsione è che si otterrà tra il 60 ed il 65%, con una diminuzione massima che arriva fino al meno 10% circa.

Vediamo una simulazione della pensione di un trentenne di oggi
A partire dal 2027 l’età pensionabile tornerà a crescere – Liquida.it

Per fare una simulazione semplificata, consideriamo un lavoratore attivo in modo continuativo di trent’anni di età. Se il suo stipendio medio ammonta a 25.000 Euro all’anno, all’età di 67 anni arriverà ad accumulare un ammontare contributivo totale di circa 305.000 Euro. Dunque i suoi assegni pensionistici mensili saranno di circa 1.330 Euro, ovvero 17.400 all’anno, con una riduzione del 30% circa rispetto allo stipendio.

Tuttavia, dobbiamo tenere conto del fatto che, come previsto dalla legge Fornero, a partire dal 2027 l’età pensionabile tornerà a crescere ed è assai probabile che entro la metà del secolo verrà innalzata ai 70 anni circa. Oltre questa soglia, inoltre, ovvero a partire dall’età di 71 anni, sempre secondo la legge Fornero è possibile ottenere la pensione con almeno 5 anni di versamenti effettuati. 

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