Maurizio Costanzo è stato anche travolto anni fa e poteva morire, provarono infatti a ucciderlo in un contesto impossibile da ricordare e che lasciò il segno nel nostro paese.
“Era una serata tranquilla, forse di non routine c’è che non avevo la macchina che solitamente ho”. Queste furono le sue parole che lo salvarono incredibilmente. Nel corso del tempo queste parole risuoneranno come macigni.
Muore oggi Maurizio che lascia un vuoto nel mondo della televisione italiana, travolgendo il pubblico e creando grande dolore con tantissimi vip che sono già scesi in campo raccontando quello che è accaduto e arrivando fino a noi. Anche tanta è la gente comune che sui social network ha dimostrato grandissimo affetto su lui sui social network.
Cosa Nostra con 70 kg di tritolo fece saltare in aria un’automobile fuori dal Teatro Parioli dove Maurizio Costanzo si trovava per il solito appuntamento con il Maurizio Costanzo Show. Quel giorno divenne noto per rappresentare l’attentato di via Fauro con un’azione dinamitarda che risale al 14 maggio del 1993 e precisamente a via Ruggero Fauro a Roma.
In quel periodo il giornalista lavorava molto per cercare di contrastare quanto fatto dalla mafia e realizzò una maratona incredibile a reti unite tra Rai e Fininvest con Michele Santoro, proprio per la lotta alla mafia. La goccia che probabilmente fece traboccare il vaso fu la maglietta bruciata in diretta con scritto sopra Mafia made in Italy. Questo portò probabilmente all’attentato.
Un gruppo di fuoco si spostò a Roma per provare a uccidere Costanzo per quello che per loro era un affronto. Era il febbraio del 1992 ma poi Totò Riina richiamo tutti, tra questi anche Matteo Messina Denaro, perché interessato a fare prima delle cose al sud. Nel 1993 però successe l’impensabile con Costanzo che rischiò la vita.
Ad azionare la bomba per far esplodere la macchina con dentro Maurizio Costanzo fu Salvatore Benigno che però lo spinse con qualche istante di ritardo perché si aspettava di vederlo passare sulla solita Alfa Romeo 164 mentre in quell’occasione comparve su una Mercedes Blu tra l’altro non blindata. Dietro di loro fu colpita una Lancia Thema dove a bordo c’erano le due guardie del corpo Fabio De Paolo e Aldo Re che rimasero feriti. Subirono gravissimi danni anche i palazzi che si trovavano attorno a quel divenuto nel tempo noto proprio per questa terribile situazione che portò a nessun morto ma ben a 24 feriti.
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