Ci sono persone che lasciano il caricabatterie del cellulare nella presa anche se non lo stanno utilizzando: perché non va fatto
Diverse persone si abituano a lasciare il filo del loro cellulare sempre connesso alla presa. Dimenticanza, negligenza, i motivi sono i più disparati.
![Filo telefono attaccato a presa: perché non farlo](https://www.liquida.it/wp-content/uploads/2023/05/Filo-telefono-attaccato-a-presa-13052023-liquida.it_.jpg)
Tuttavia, in molti si chiedono se lasciare il caricabatterie connesso alla presa senza smartphone da ricaricare possa consumare energia o se sia una pratica sicura. Vediamo nel dettaglio cosa potrebbe accadere.
Per quanto concerne la prima domanda, c’è da dire che l’impatto è minimo. C’è però da dire che i dispositivi wireless che restano in stand by consumano maggiormente in confronto a quelli a filo, a causa della tecnologia a induzione su cui si fonda il loro funzionamento.
Un caricatore a filo consuma più o meno 0,2 W, un wireless 1,6 W. Se lasciassimo il caricatore collegato per 12 mesi, 8760 ore, il caricatore a filo consumerebbe 1752 Wh, il wireless 14016 Wh.
I costi di un caricatore a filo sempre connesso sono dunque praticamente minimi, e il peso che avrebbe tale connessione sulla bolletta sono praticamente zero.
Caricatore connesso alla presa: perché non farlo
Il punto, per cui evitare di lasciare il caricatore connesso alla presa, è un altro. Se tutti dovessimo mettere in atto questa pratica non certo ecologica, l’energia a livello internazionale che sarebbe sprecata per dare alimentazione a questi dispositivi salirebbe alle stelle.
![Caricabatterie connesso sempre alla presa: perché non farlo](https://www.liquida.it/wp-content/uploads/2023/05/Caricabatterie-13052023-liquida.it_.jpg)
Sempre volendo ragionare per ipotesi, se nel globo ci sono tipo 6,8 miliardi di cellulari, se ogni caricatore restasse sempre connesso alla presa tutto il giorno, per fornire alimentazione a tutti ci sarebbe bisogno di una centrale nucleare.
E quest’ultima dovrebbe essere estesa quanto una delle maggiori centrali nucleari d’Europa, quella sita a Zaporizhzhia. Sarebbe dunque un danno davvero enorme che andrebbe a impattare in modo molto negativo su tutta una serie di cose.
Non ultimo, infatti, c’è il fatto che tale energia che i caricatori assorbono senza che effettivamente vada in una qualche direzione, è sciupata in calore. E questa non è una cosa positiva, perché a parte la questione consumi, si andrebbe anche a sommare un ipotetico problema di sicurezza (le cui possibilità che avvenga sono del tutto remote).
Se i dispositivi non dovessero essere attinenti alle regole stabilite dall’Unione Europea, ergo importati senza essere sottoposti a verifiche o certificazione, essi possono incorrere in un surriscaldamento.
E a quel punto, potrebbero crearsi danno tra cui cortocircuiti e nel più grave dei contesti, incendi.