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Curiosità

Disney dice addio alla sua principessa: emerge un retroscena sulla cancellazione improvvisa

Pubblicato da
Fabio Scapellato

Disney avrebbe cancellato un progetto legato ad una Principessa (prima marchio di fabbrica della compagnia americana) perché non avrebbe rappresentato un successo sicuro al botteghino: di quale personaggio si tratta.

Si è parlato spesso e volentieri della piega produttiva presa da Disney nell’ultimo periodo, una strategia produttiva che punta alla massimizzazione del profitto con il minimo sforzo, sostenuta e alimentata in partenza da un successo fin oltre ogni aspettativa del progetto Marvel Cinematic Universe, ma che non è esclusiva dell’azienda americana, è solo espressione più evidente e dichiarata del sistema commerciale attuale.

Disney dice addio alla sua principessa: emerge un retroscena sulla cancellazione improvvisa – Ansa Foto – liquida.it

La corsa al profitto è qualcosa che sta alla base dell’attività produttiva, ciascuna azienda mira proprio a generare profitto per far sì che si possa sostenere la produzione a lungo termine ma anche e più semplicemente per dare significato e gratificazione al lavoro svolto che altrimenti risulterebbe infruttuoso.

Il problema è che quello odierno è un contesto che punta alla massimizzazione del profitto, ovvero al trovare un “trucco”, una formula base (come la ricetta della Coca-Cola) che da sola permetta di ottenere guadagni e che dunque consenta di abbassare i costi di produzione ed i tempi di progettazione.

La colpa originale è sicuramente dell’industria dello spettacolo, ma compartecipe di questa deriva è anche il pubblico, anestetizzato da volti noti, riferimenti nostalgici al passato, ammiccamenti alla cultura di riferimento preferita ed effetti speciali al punto da accettare la disgregazione non solo dei canovacci tipici del racconto, ma anche dell’abbandono del controllo qualità della sceneggiatura e della coerenza logica del racconto.

Il caso della principessa Disney detronizzata dalle prospettive di guadagno

Un esempio di questa deriva verso l’incasso sicuro è fornito da un retroscena riguardante un film che non ha mai visto la luce. The Wrap ha portato a galla un dietro le quinte riguardante il 2019, anno in cui Walt Disney Animation era al lavoro su un lungometraggio animato che avrebbe presentato al mondo una nuova Principessa di origini persiane.

Il caso della principessa Disney detronizzata dalle prospettive di guadagno – Ansa Foto – liquida.it

Il film era stato affidato alla regista Suzi Yoonessi (già nota all’epoca per aver diretto Daphne & Velma – Il mistero della Ridge Valley High per la Warner Bros.), l’idea inizialmente sposata anche dalla casa di produzione era quello di portare su schermo alcune delle fiabe persiane più note in chiave moderna grazie al racconto della storia di una giovane principessa di origini persiane.

Quello però era anche il periodo successivo alla scarsa accoglienza al botteghino di progetti originali come Encanto e  Raya e l’ultimo drago (progetti che come quello in cantiere puntavano a dare voce ad una caratterizzazione culturale marcata), ma soprattutto di veri e propri flop come Wish e Strange World.

Per questa ragione alla fine il progetto è stato cancellato in favore del sequel di Oceania, film che al contrario di quelli precedentemente nominati aveva dato ottimi riscontri e che si è rivelato una buona scelta commerciale. Se da un lato questo retroscena evidenzia la voglia di Disney di non rischiare più con progetti originali, dall’altro dimostra come spesso ad ostacolare l’originalità c’è anche la poca disponibilità del pubblico ad accogliere qualcosa di diverso.

Fabio Scapellato

Sono laureato in Lingue, percorso Scienze per la comunicazione internazionale. Appassionato di giornalismo sin dal Liceo, scrivo da anni per blog, siti e testate giornalistiche e sono da diverso tempo giornalista pubblicista. Ho una passione smodata per il calcio e per gli sport in generale con preferenza per il Basket, la MotoGp, il Tennis e la Pallavolo. Amante del cinema d’autore, consumo nel tempo libero vagonate di serie tv, film, videogame e libri. Ritengo che la forma di narrazione più completa che ci sia oggi sia quella videoludica, anche se, come ogni medium giovane, deve ancora superare il preconcetto della massa.

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