Fare ricorso alle cartelle esattoriali? Si può fare, ma ci sono dei costi. Ecco qual è la procedura da adottare
La ricezione di cartelle esattoriali non fa mai piacere, perché il fisco ci sta informando che c’è qualcosa non si è pagato e che quindi bisogna provvedere a pagare. Potrebbe essere tasse, IMU, Tari, ecc. Questi debiti possono essere contestati, scrivendo o recandosi all’Agenzia delle Entrate.
Tuttavia, è anche possibile che si riceva una richiesta di pagamento che non è legittima e a quel punto, l’utente può fare ricorso. Con il ricorso, infatti, si può annullare la cartella esattoriale e non pagare nulla di quanto legato ad essa. Ma come si fa a fare ricorso e quanto costa?
Quando si pensa di aver ricevuto una cartella esattoriale illegittima, si può dunque fare richiesta all’Agenzia delle Entrate di eseguire un controllo, senza rivolgersi a un avvocato. Se invece, si vuole fare un ricorso reale, allora di può affidare la questione a un legale che possa occuparsi del caso.
Per quanto riguarda i costi, non ci sono costi se si procede con l’autotutela, mentre se si fa ricorso, ci sono una serie di costi da affrontare. Tra questi, le spese per la procedura, per il contributo unificato, le spese postali, i diritti di copia, l’onorario del legale. Non si può procedere in un ricorso senza affrontare tali costi. Altrimenti, si può chiedere l’autotutela dove non ci sono costi.
La prima spesa è quella del contributo unificato, che può costare 30 euro, ma in caso di somme alte può raggiungere i 1500 euro. Nello specifico, tutto dipende dal valore della controversia:
Altri costi da sostenere sono ridotti e riguardano marca da bollo e spese per eseguire le varie pratiche cartacee. Si può anche ottenere i documenti tramite mail, per dimezzare i costi. I diritti di copia possono partire da 1 a 34 euro, cui possono aggiungersi altre spese a seconda del numero di pagine dei documenti.
Le spese postali si riferiscono, invece, ai costi dell’Agenzia delle Entrate per consegnare i documenti. Se avete una PEC si possono abbattere completamente questi costi, e tutto sarebbe anche più veloce. Per fare domanda, basta rivolgersi all’Agenzia delle Entrate «che ha emesso il ruolo per chiedere il riesame al fine di ottenere l’annullamento in autotutela, totale o parziale della pretesa».
Se la richiesta di autotutela non bastasse, si può fare ricorso entro due mesi da quando la richiesta è stata notificata. A quel punto, bisognerà contattare un avvocato per analizzare il caso specifico.
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